La Trama:
Tutti gli episodi fotografano causticamente un modo di pensare, una consuetudine, un’usanza del popolo italiano nei primi anni novanta:
La discoteca
* Questo episodio è un’iperbole della paura dell’AIDS: la precauzione diventa rapidamente ossessione.
Ballando in discoteca, il giovane siciliano Salvatore (Francesco Benigno) adocchia le ragazze del posto ed in seguito risponde ai saluti ammiccanti di Daniela (Fabiana Udenio). I due fanno conoscenza e iniziano a flirtare, ma ben presto vien fuori l’estrema meticolosità di lei… che si definisce “ragazza di oggi informata e responsabile”. Dopo aver preso un costoso taxi a causa del responso dell’etilometro in discoteca, che aveva segnalato un tasso alcolemico elevato, ed all’entrata in vigore delle targhe pari (entrambi gli eventi verificatisi in seguito alle pressioni di Daniela sul giovane), il ragazzo se la porta a casa: una volta arrivati nella sua stanza, lei solleva tali e tante obiezioni sessuali precauzionali, che questi si barda di teli di plastica dalla testa ai piedi. Ma nonostante ciò, la focosità di Salvatore non viene comunque meno (celeberrima la frase conclusiva: “Però mi attizzi anche sottovuoto… ora ti faccio male!”)
La telefonata
* Questo episodio prende di mira la moda degli “appuntamenti al buio” e delle varie chatroom (all’epoca soltanto telefoniche).
Nel traffico milanese, il piazzista romano Cesare Proietti (Christian De Sica), a causa di un’interferenza telefonica con il telefono cellulare, inizia a dialogare galantemente durante le soste ai semafori con Cleopatra Valentini (Nadia Rinaldi), una prosperosa e giunonica automobilista, anch’essa nativa della Capitale. Lei in realtà si trova, ad insaputa dell’altro, giusto nell’automobile che lo segue… e il caso vuole che all’ennesimo semaforo lo vada a tamponare. Subito dopo essersi insultati pesantemente dal vivo a causa dell’impatto, i due risalgono in macchina e riprendono l’amabile conversazione telefonica come prima, giungendo praticamente a fissare un appuntamento al buio (ignari d’essersi appena incontrati, o meglio… “scontrati”).
Il matrimonio
* Questo episodio critica i matrimoni facili, cioè quelli programmati senza ben conoscere gusti e modi di fare del proprio partner.
Sull’altare, lo sposo Felice (Andrea Roncato) si mostra perplesso al momento di pronunciare il fatidico sì alla sua Claudia: in particolare, punta il dito contro i gusti cinematografici della ragazza, “colpevole” di non apprezzare i grandi classici e di aver cancellato tutti i suoi film su videocassetta, faticosamente raccolti dall’uomo, per registrarci sopra gli episodi della soap opera Beautiful. Alla fine il matrimonio prosegue… ma non prima di aver suscitato clamore all’interno della chiesa. È necessario l’intervento del prete (Pietro Ghislandi) per convincere lo sconfortato sposo a non mandare a monte le nozze.
Il bambino viziato
* Questo episodio satireggia il Telefono Azzurro, nato come strumento per tutelare i bambini, ma alle volte strumentalizzato da alcuni pargoli viziati per le loro “vendette” contro i genitori.
Rosario (Nino Frassica), uomo del sud trapiantato a Milano e diventato leghista, dà un ceffone al piccolo figlio… che telefona subito al “Telefono Blu”. Giunge dunque in casa uno strambo ispettore/psicologo (Ezio Greggio), che per spiegare come eventualmente deve essere data una punizione… malmena il bambino ancor più violentemente del padre!
Il club
* Questo episodio è una presa in giro nei confronti dei club per scambisti.
Al signor Ugo Bossi[1] (Massimo Boldi) viene indicato un raffinato ristorante dove egli si reca con la moglie Neris (Valeria D’Obici) per festeggiare il loro settimo anniversario di matrimonio. Il ristorante in realtà è solo uno dei settori di un vero e proprio Club Privèe, chiamato l'”Orchidea Selvaggia”: le sale sono arredate con quadri, disegni e suppellettili erotici. Dopo aver cenato, i due vengono avvicinati da una coppia scambista, ma essendo sprovveduti… vengono presto lasciati perdere. Dopodiché Ugo incontra un vecchio amico, Gino Renda (Leo Valli) che li invita a recarsi in una delle altre sale; si ritrovano così in una sorta di cinema dove è in proiezione un film hard, che in realtà serve solo da cornice alla moltitudine di scambisti che lì sono riuniti. Complice anche la penombra, marito e moglie si perdono di vista… ed entrambi si ritroveranno coinvolti, loro malgrado, nella situazione. Infine i due rientreranno al loro domicilio scioccati, e trascorreranno la notte dell’anniversario con mestizia, dopo essersi reciprocamente rinfacciati i loro “punti deboli”: (lui perché indossava la pancera e poco “dotato”, lei perché sciatta e con indumenti intimi di quart’ordine).
Gli amici
* Questo episodio è un’ironica rappresentazione di quegli uomini che, pur ridendo delle persone che si recano dal sessuologo, avrebbero numerosi motivi per andarci loro stessi.
Tre amici (Andrea Roncato, Maurizio Mattioli e Nino Frassica, i cui personaggi mantengono stavolta i loro nomi di battesimo), dopo una partita di tennis pedinano un quarto amico (Massimo Boldi , che conserva anch’egli il nome proprio) credendo, dopo aver sbirciato nella sua agenda, che questi abbia un appuntamento extraconiugale con una certa “Moira”. Giunti all’indirizzo, in realtà si ritrovano nello studio di un sessuologo, il Professor Moira (era dunque un cognome) per una seduta di gruppo; Massimo si è recato lì per cercare di guarire dal suo perenne stato di priapismo. Messa a fuoco la situazione, Andrea, Maurizio e Nino incominciano subito con gli sfottò di rito verso l’amico… ma alla fine anche loro si ritroveranno a svelare al professore i loro rispettivi problemi (l’eiaculazione precoce, le “dimensioni” non eccelse e l’ambiguità sessuale), in una situazione di generale imbarazzo.
La festa di Carnevale
* Questo episodio colpisce l’ipocrisia di molti uomini potenti: difensori della morale nella vita pubblica, lussuriosi e perversi in quella privata.
Due dottori commercialisti, Walter Mongini e Lando Marcelli (Massimo Boldi e Christian De Sica), colleghi di lavoro, devono recarsi a casa del loro amico e collega Augusto (Andrea Roncato) per una allegra serata in costume allietata da ragazze-squillo (è Martedì Grasso). Le rispettive mogli erano però già d’accordo per una festa di Carnevale in famiglia… e così, per non perdere la loro unica occasione di svago in un periodo di corposo lavoro, trovano alle consorti la scusa di dover rimanere in ufficio fino a tardi per redigere il bilancio. Ironia della sorte, il loro direttore (Nicola De Buono) esige però davvero che nella nottata venga preparato il bilancio (un ispettore è in arrivo da Londra). Ma dopo aver sgobbato tanto ed avendo già affittato i costumi, i due si recano comunque alla festa, decidendo di presentare all’ispettore il bilancio dell’anno precedente (convinti che nessuno si sarebbe accorto della differenza, l’indomani). Abbigliati da donne di vita, per un contrattempo finiscono lungo le mura dove si prostituiscono i transessuali. Vestiti da donna come sono, corrono quasi il rischio d’essere linciati dai viados, ma una retata dei carabinieri porta tutti in caserma. In attesa d’essere interrogati, però, fanno amicizia con uno dei trans… che li aiuta ad uscire, facendoli passare per suoi “compagni di lavoro” ed ingannando così il Brigadiere (Nino Frassica) e l’Appuntato (Francesco Benigno). Una volta fuori, si scoprirà che un facoltoso cliente del viado è proprio il direttore (Nicola De Buono) dei due colleghi: essi, scambiati da quest’ultimo per trans, vengono addirittura omaggiati con due banconote da cinquantamila lire. I due non vengono per fortuna riconosciuti, ma la mattina dopo trovano una brutta sorpresa in ufficio: il direttore, accortosi dell’inganno relativo al bilancio, li licenzia. I due amici però, dopo un attimo di smarrimento, non si perdono d’animo… ed una provvidenziale telefonata della moglie del capo offre loro la maniera per risolvere la situazione; travestitisi nuovamente come la sera prima, si presentano nell’ufficio privato del direttore, e lì finalmente quest’ultimo li riconosce. Il ricatto scatta automaticamente: assicurato sulla mancanza di scrupoli dei due amici nel raccontare alla propria consorte la storia di quelle due banconote, il direttore comprende che dovrà rinunciare al licenziamento e soggiacere alle richieste dei due protagonisti, pur di non compromettere il proprio matrimonio.
La paura
* Questo episodio tratta il problema della sicurezza, spesso troppo enfatizzato dai cittadini, molto propensi a spaventarsi per un nonnulla.
Due uomini non troppo coraggiosi (Nino Frassica e Andrea Roncato), dopo aver giocato a squash presso un centro sportivo, vengono traditi dall’automobile con la batteria scarica, e giocoforza decidono di prendere la metropolitana per poter rincasare. Uno dei due in particolar modo ha la fobia degli aggressori e dei balordi, e crede che ogni persona che s’incontri a quell’ora in metropolitana sia un potenziale delinquente. Rimasti da soli all’interno del vagone, alla successiva fermata hanno una sgradita sorpresa… poiche’due apparenti bulli salgono a bordo: hanno per la verità brutte facce, ed uno di essi (Francesco Benigno) possiede anche un coltellino. Dopo aver tentato invano di farsi coraggio l’un l’altro e mantenere un contegno indifferente, alla fine i due pavidi amici hanno una tale tensione addosso che decidono di scendere ad una fermata che non è la loro e, dapprima lentamente, cominciano a correre. I due presunti bulli li seguono,perché il caso vuole che facciano la stessa strada… ma dopo un po’ si scoprira’che hanno più paura dei due amici e non capendo i motivi della loro fifa, gli corrono anch’essi appresso. Allo stesso modo dietro, piano piano, iniziano a comportarsi anche decine di altri passanti, presi da un panico irrazionale, poiché nessuno ne sa la precisa ragione. Alla fine è un vero fiume di persone quello che corre per strada chiedendo aiuto, ma non conoscendo affatto il motivo della concitata fuga. Ci pensa infine un sosia di Alfred Hitchcock, con tanto di cane invisibile al guinzaglio, a spiegare i motivi di questa immotivata paura (“Questo breve racconto di vita notturna urbana ci insegna che la paura è un male contagioso… da cui la celebre massima: Chi scappa, ha più paura del perché scappa. Buonanotte.”). È sicuramente l’episodio più esilarante di tutti: impossibile trattenere le risa durante la scena del fuggi-fuggi generale per le strade della città[2].
Pubblicità Regresso
Tra un episodio e l’altro vi sono dei piccoli intermezzi, con protagonisti sempre i vari attori del film, denominati Pubblicità Regresso (evidente presa in giro della Pubblicità Progresso).
Si tratta di una parodia di vari spot pubblicitari di quegli anni.
Da quello famoso sull’uso del preservativo ( “Di chi è questo?” – chiedeva il professore di liceo, dopo aver trovato un profilattico all’ingresso dell’aula – “È mio” – rispondevano gli studenti. Qui invece è Ezio Greggio a cimentarsi in tre occasioni: la prima volta malvisto e condannato dall’intera classe, la seconda volta osannato dalle compagne e la terza acclamato da tutti, maschi e femmine), alla dilagante mania per gli orologi Swatch, vero fenomeno di costume di quegli anni; dalla propaganda anti-fumo (un uomo viene aspramente criticato mentre fuma una sigaretta… ma tutt’intorno i suoi stessi detrattori o si davano alla pazza gioia con droghe di vario tipo, o erano sieropositivi, identificati dal celebre “alone violaceo” ), alla campagna contro l’abbandono dei cani nel periodo estivo (in realtà alla fine si vede che al guinzaglio non c’è un animale, ma un vecchio signore, lasciato lì proprio “solo come un cane” dal figlio, che tra l’altro si nota non avere alcun problema nel portare il proprio cane con sé, in vacanza. La causa di tutto è la nuora dell’anziano, che aveva costretto – ma neanche tanto – il consorte ad agire in quel modo, al fine di godersi in pace le ferie, senza seccature).
Oltre ai sopracitati, è presente un “corto” diverso dagli altri: alcuni cadaveri si risvegliano, venendo fuori dalle tombe del cimitero. Un piccolo drappello di zombi si muove quindi per le vie della città, con tanto di vessilli scarlatti ed il sottofondo musicale di “Bandiera rossa”, tradizionale canzone popolare della sinistra italiana. La scena si chiude con la laconica frase “A volte ritornano”… e si capisce che trae spunto dalle allora recenti vicende del Partito Comunista Italiano, oltre che dall’omonimo film horror del 1991, il cui trailer venne largamente pubblicizzato in televisione dalle varie rubriche di presentazioni cinematografiche. Tale intermezzo è un’amara constatazione della perpetua presenza dei medesimi volti nel panorama politico italiano, nonostante le sconfitte subìte e la loro età avanzata.
A conti fatti si capisce come Pubblicità Regresso non sia una semplice parodia, ma rappresenti in realtà una sottile denuncia dell’ipocrisia imperversante nella società moderna.
Il Cast:
* Massimo Boldi: Ugo Bossi/Massimo/Walter Mongini
* Christian De Sica: Cesare Proietti/Lando Marcelli
* Nicola De Buono: Direttore ufficio / ep. La festa di Carnevale
* Ezio Greggio: Protagonista negli intermezzi pubblicitari/Psicologo del “Telefono Blu”
* Andrea Roncato: Felice lo sposo/Andrea/Augusto/Uomo pauroso
* Maurizio Mattioli: Maurizio
* Guido Nicheli: Il primo scambista del club “Orchidea Selvaggia”
* Nino Frassica: Rosario il siciliano leghista/Nino/Brigadiere dei Carabinieri/Uomo pauroso
* Francesco Benigno: Salvatore/Caputo l’appuntato dei Carabinieri/Uno dei due “bulli”
* Valeria D’Obici: Neris Bossi
* Flavio Bucci: Professor Moira
* Nadia Rinaldi: Cleopatra Valentini
* Fabiana Udenio: Daniela
* Leo Valli: Gino Renda
* Laura Valci: Laura
* Pietro Ghislandi: Prete
* Francesca Colombo: Segretaria
* Maurizio Prollo: Vincenzo
Fonte dei contenuti: wikipedia.it