Massimo Boldi, nato a Luino il 23 luglio 1945, è sicuramente uno dei comici più conusciuti del panorama nazionale…anche ora, a pochi mesi dal suo 72esimo compleanno, la popolarità di Boldi non è calata, ancorata ben salda al suo periodo d’oro che, partendo dai primissimi anni 80, arriva fino a epoche contemporanee, attraverso cult movie, cabaret e Cinepanettoni.
Ma ciò che ha portato il ‘cipollino’ alla popolarità odierna, e soprattutto vintage, non è stato un cammino facile, e soprattutto, come per molti artisti ‘nati’ (artisticamente) sul finire degli anni 70, ricco di colpi di scena e aneddoti da spalmare in oltre 40anni di carriera.
Luino, si sà, è una città piccola, siamo nell’italia del dopoguerra, tutto è da ricostruire…non esistono scorciatoie, non esiste Internet, i talent show non esistevano nemmeno in America, ma lui e la sua famiglia fortunatamente decidono di trasferirsi a Milano. E’ il 1955 e Massimo ha 11 anni e l’inconsapevolezza che sarà proprio questo passo a cambiare involontariamente la sua vita.
Finite le scuole comincia ad affacciarsi al mondo del lavoro…ma non nella veste in cui siamo abituati a vederlo…al lavoro quello canonico, da megaditta fantozziana insomma. Prima si inventa vetrinista, e poi addirittura venditore porta a porta di merendine (Motta presumibilmente), un’occupazione che negli anni 60 ancora era possibile svolgere con un certo profitto nel nostro paese.
Ma il suo primo approccio all’arte non arriva dal cabaret o dal teatro, bensì dalla musica. Da sempre appassionato di batteria già nei primissimi anni 60 forma col suo amico Renato Vignocchi gli ‘Atlas’, una mini band dove appunto Massimo suonava la batteria. Archiviata quest’esperienza con gli Atlas, per motivi famigliari torna nella provincia…e con suo fratello Fabio, comincia a suonare al ‘Lido di Gavirate‘, all’epoca location molto in voga e alla moda tra i giovani lombardi. Il gruppo col fratello si chiama ‘Mimitoki’, che permette così a Massimo di fare una sana gavetta nei locali come batterista.
Ed è proprio coi Mimitoki che comincia ad esibirsi al mitico ‘Derby Club’ nel 1968, mitico locale della dolce vita milanese, dove ha cominciato gente del calibro di Enzo Jannacci, Paolo Villaggio, Fabio Concato, Teo Teocoli, Renato Pozzetto e tanti altri… Dopo questa parentesi artistica però, Massimo torna alla vita di tutti i giorni e si allontana momentaneamente dalla vita sotto i riflettori, sempre se di riflettori si può parlare, dato che siamo negli anni 70 e all’inizio della carriera. Proprio questa pausa però, è fondamentale per un altro momento magico nella vita di un uomo…l’amore. Nei primissimi anni 70 infatti, apre con la famiglia un Bar-Latteria in via Procaccini a Milano, per i cultori del genere questo aneddoto viene nominato nel film ‘Scuola di Ladri’, e passa le giornate a servire i clienti ai tavoli. Proprio fra quei tavoli conosce Maria Teresa Selo, cugina del pilota di Formula 1 Michele Alboreto, che in futuro diveterà sua moglie e l’unica donna della sua vita. Ma un giorno, lo stress di un lavoro che non ama, i clienti assillanti e i pensieri di un’altra vita che già aveva assaporato qualche anno prima, lo portano a ‘sbroccare’ e, cosi come lui stesso ammette nella sua biografia, in una serata difficle comincia ad urlare e a rompere l’arredamento del locale di famiglia, con i clienti che assistevano impotenti alla scena.