Le origini della parola “Cinepanettone” non sono chiare. Sembra che sia stato coniato all’inzio del nuovo millenio, nell’anno 2000, come un termine giornalistico per riferirsi a quelle categorie di film comini che uscivano puntalmente nel periodo di Natale. Per gli esperti di cinema, e lasciamoli che stiano dove sono, ha un valore peggiorativo. Una cafonata per la masssa, non un film degno di questo nome, come i “spaghetti western” o il “poliziottesco”. Sinonimo di basa qualità e di decadenza della cultura cinematografica italiana.
Facciamo però un passo indietro. Al 1983 quando arrivò nelle sale cinematografiche Vacanze di Natale, capostipite di questo genere che sbancò i botteghini, odellato sul Vacanze d’inverno (1959) di Camillo Mastrocinque, con Alberto Sordi e Vittorio De Sica. L’incasso fu di oltre tre miliardi di lire al botteghino; un film che avrebbe rivoluzionato gli appuntamenti natalizi italiani di lì ai successivi trent’anni. Esso aveva una propria dignità, un proprio spazio nel cinema.
Perchè è piaciuto tanto, dando il via a tutto un genere? Perché il cinepanettone fa parte un po’ di tutti noi e del nostro essere italiani. Perché in questi personaggi, tanto stereotipati e resi eccessivi, ci rivediamo noi e la nostra vita di tutti i giorni. Nei volti di Jerry Calà, di Christian De Sica, di Massimo Boldi e di Guidi Nicheli rivediamo amici, conoscenti e noi stessi e ci ridiamo sopra.
Location esotiche da sogno, canzoni-tormentone rubate alle hit discotecare dell’anno, la presenza del nobile decaduto, dell’arricchito cafone, del marito cornuto, del milanese raggirato e la presenza massiccia di scene dialettali. Questi gli ingredienti di un genere che ci è ancora tanto caro e che, nonostante le maldicenze altrui, ci piace.
E non vergogniamoci a dirlo, per paura di sembrare cafoni al cospetto degli intellettualodi. Il Cinepanettone è parte di noi, dei nostri riti natalizi, di un passato e del divertimento.
Amici di Cinepanettoni.it, noi continuiamo a ridere a divertirci, perché come diceva il grande Alberto Sordi “La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere quasi su tutto”.
LUNGA VITA AL CINEPANETTONE!